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Il turismo esperienziale è ormai una solida realtà nella galassia dei viaggiatori: ma lo conosciamo davvero?

Quello che conta è il percorso del viaggio, non l’arrivo“: in questa frase di T.S. Eliot, poeta americano Nobel per la letteratura, si può trovare la sintesi chiara del turismo esperienziale. Al centro del viaggio non si trova più una meta ma un’esperienza nuova, vissuta in prima persona, in grado di cambiarci e di farci crescere. Un concetto in grado di portare a una rivoluzione copernicana del modo di vivere il viaggio e le vacanze.

Il turismo come esperienza è un turismo di ricerca: non più della luce migliore per scattare una foto ricordo, ma di un’esperienza che, anche se intangibile, rimane per sempre nel cuore di chi la vive. Un turismo fatto di emozioni e non di luoghi, da vivere in modo pieno, per tornare dal viaggio con un nuovo bagaglio di scoperte.

Le parole chiave del nuovo modo di viaggiare

Se volessimo scegliere delle keywords per capire meglio il turismo esperienziale, sicuramente sarebbero tre quelle più importanti:

  • l’esperienza deve essere autentica, non creata ad arte per il turista;
  • il viaggio e le esperienze vissute devono coinvolgere tutti i sensi;
  • il viaggiatore deve potersi immergere nei luoghi che scopre e nella cultura che li caratterizza.

Dalla meta al viaggio, vivendo il percorso

Il turismo esperienziale è quanto più lontano possiamo immaginare dal turismo di massa che è stato il trend degli ultimi decenni. Si tratta di un tipo di turismo che si avvicina di più a un turismo lento, ma che riesce anche ad andare oltre: non si tratta solo di rallentare il ritmo, ma di vivere il viaggio con uno sguardo diverso.

Scegliere questo tipo di turismo vuol dire crescere e cambiare grazie alle esperienze che il viaggio permette di vivere: e non si tratta di esperienze “standardizzate”, perché il punto di forza di questo tipo di offerta è proprio la possibilità di vivere una vacanza “su misura”.

Il valore aggiunto di un’offerta su misura

Proprio nella “sartorialità” del turismo esperienziale vanno ricercate le ragioni del successo di questo nuovo modo di viaggiare. Il viaggiatore “consapevole” vuole tornare a casa avendo provato una o più esperienze nuove e uniche: la location ha ovviamente una sua importanza, ma è il resto dell’offerta a rappresentare un valore aggiunto.

Il turista, diventato sempre più attento, non mette al primo posto il prezzo, ma valuta tutti gli altri aspetti connessi alla sua vacanza: la possibili.0tà di assaggiare e magari imparare a cucinare piatti tipici della zona in cui soggiorna, di scoprire delle tradizioni dimenticate o di dormire, anche solo per una notte, in una location unica e non convenzionale, come la cabina di uno yacht, ormeggiati in Marina.

Tutte esperienze che vanno ben oltre il classico concetto di vacanza: il professionista che decida di proporre un turismo davvero esperienziale deve necessariamente tenere conto di tutte le diverse richieste ed esigenze dei clienti, in modo da offrire un servizio “su misura”.

Turismo esperienziale

Turismo esperienziale: chi lo fa davvero?

Il sempre crescente successo del turismo esperienziale ha fatto sì che molti operatori del settore si siano gettati a capofitto in questo business. Spesso però senza avere una precisa conoscenza delle richieste del pubblico.

Questo ha portato a delle offerte di turismo che di esperienziale hanno poco o nulla. Offrire un turismo basato sull’esperienza vuol dire preparare un “vestito su misura” per il cliente, riuscendo a capire i suoi desideri.

Non basta la ricettività per incontrare il gusto dei nuovi viaggiatori: è invece necessario un ulteriore lavoro di approfondimento, che permetta di capire quali caratteristiche il cliente sta cercando per il suo viaggio.

Offrire questa nuova tipologia di turismo vuol dire comportarsi come un bravo sarto: prendere le misure al cliente, cioè ascoltarlo e capire cosa cerca. Da questo si può partire per offrire delle soluzioni originali e allo stesso tempo mirate alle esigenze del cliente. Bisogna  curare con attenzione i particolari del soggiorno, in modo da trasformare il turista “di passaggio” in un viaggiatore consapevole e protagonista del suo viaggio.

Per riuscire a raggiungere questo risultato è necessaria anche un’approfondita conoscenza del prodotto che si va ad offrire: il turismo esperienziale ha radici salde sul territorio e può diventare un importante strumento di promozione e di crescita dello stesso.

Gli incentivi al turismo esperienziale

Le potenzialità di questa nuova tipologia di turismo, che potrebbe rappresentare la chiave per rilanciare e valorizzare  diversi territori, anche quelli che non hanno le caratteristiche adatte a un turismo “di massa”, non sono passate inosservate  agli occhi del Governo.

La legge di Bilancio 2021 riserva infatti una grande attenzione alla promozione del turismo in Italia e alla tutela delle imprese che operano nel settore.   Prevede in particolare l’istituzione di un fondo riservato in esclusiva alla formazione nel campo del turismo esperienziale e sostenibile (con uno stanziamento di un milione di euro annuo per il biennio 2021-2022).

Questi fondi dovranno essere utilizzati per organizzare corsi di formazione riservati agli operatori turistici, per la specializzazione nei settori legati al turismo sostenibile ed esperienziale. L’obiettivo è quello di formare dei professionisti in grado di innovare l’offerta turistica, rilanciando un settore che è un punto di forza dell’economia italiana.

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